Il presidente nazionale del CONI, Giovanni Malagò, ha annunciato l’inserimento del reato di omofobia nello statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Malagò ha dimostrato di essere senza dubbio più sensibile e risoluto di tanti politici sul tema dell’omofobia, il cui reato è infatti ancora un vuoto legislativo nel nostro Paese. Le potenzialità dello sport per creare una collettività rispettosa e pacifica, simbolo di coesione anche nelle diversità, per costruire una società civile più accogliente e tollerante nei confronti del prossimo. Quella del presidente Malagò è stata una vera lezione per quella parte della classe politica che non ha saputo ancora recepire le istanze e le problematiche della comunità LGBTI, in termini di integrazione sociale e riconoscimento dei diritti, potrà pertanto essere fondamentale per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, contro ogni discriminazione inerente all’identità sessuale.
Dagli striscioni offensivi e dai cori discriminatori negli stadi nei confronti di atleti e dirigenti ritenuti omosessuali, agli insulti omofobi rivolti verso allenatori e giocatori e pronunciati anche dagli stessi professionisti tesserati, vedi pure la recente querelle tra l’allenatore del Napoli e quello dell’Inter, finora lo sport italiano ha dato un esempio molto diseducativo soprattutto agli occhi dei giovani, che spesso sono protagonisti a loro volta in negativo con violente forme di bullismo nei confronti di loro coetanei solo perché considerati diversi. Non possiamo continuare a vivere in un mondo senza rispetto: è fondamentale che lo sport, promuovendo una cultura dell’integrazione soprattutto tra i giovani, possa essere un valido strumento educativo di valori nella lotta contro razzismo, xenofobia, discriminazione, omofobia per abbattere il pericoloso muro dei pregiudizi e delle discriminazioni. Cultura, sensibilità, rispetto, educazione alle differenze, desiderio di conoscere, integrazione, valorizzazione delle diversità, sono le armi migliori per combattere i pregiudizi”.
Mario Marco Canale,
Presidente Nazionale Anddos
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Fonte: ANDDOS