Avrà luogo anche quest’anno, il 6 agosto, l’Uganda Pride, giunto alla sua quinta edizione. Organizzato dal St. Paul Voice Center e da altre realtà partner anche internazionali, l’evento sarà preceduto da una settimana di eventi, già in corso da ieri. Si tratta di uno di quei Pride di frontiera: va ricordato che in Uganda, nonostante nel 2014 sia stata annullata la legge del presidente Mouseveni che prevedeva l’ergastolo per le persone LGBTI, l’omosessualità rimane comunque illegale.
Per sostenere questo Pride di frontiera, che avviene quasi in condizioni di segretezza per evitare rappresaglie, Anddos ha donato oltre 40 bandiere arcobaleno agli organizzatori, che ci avevano contattato diversi mesi fa. Anche All Out, network internazionale LGBTI, ha promosso una raccolta fondi a sostegno dell’evento.
Abbiamo intervistato in esclusiva Patrick Leuben, esponente del St. Paul Voice Center (SPAVOC), che ha anche una figlia ed è anche alla guida di un gruppo cristiano minoritario che si propone di “dar voce ai senza voce”, occupandosi anche delle donne in difficoltà, degli orfani, donne, dei temi della salute e della prevenzione.
“L’anno scorso è stato un enorme successo, per fortuna non abbiamo avuto attacchi e la polizia ci ha anche protetto. La campagna di quest’anno “Standing Together” è sta supporta, oltre che da Anddos, da numerosi individui e gruppi di associazioni come Everyone Group. Non c’è ancora nessun riconoscimento o aiuto da parte delle istituzioni, anche perchè l’omosessualità nel Paese è ancora illegale. Per questo motivo, anche quest’anno il luogo rimarrà segreto fino all’ultimo minuto. Stiamo invece ricevendo diversi aiuti da numerose realtà internazionali e ogni piccolo aiuto è per noi preziosissimo, come quelli che stiamo raccogliendo da tutto il mondo sul nostro sito.
Nel programma, spiccano la serata dedicata alle donne lesbiche e bisessuali e l’elezione di Miss e Mr Pride. Patrick ci ha inoltre raccontato dell’aggressione subita pochi mesi fa mentre rientrava in casa, una possibilità che, purtroppo, ogni attivista “deve mettere in conto”. Secondo il report dello SPAVOC, tra il 2014 e il 2015 ci sono state oltre 146 aggressioni, molte delle quali con gravi conseguenze.
Appuntamento quindi per il 6 agosto con la Pride Parade, un giorno in cui, probabilmente, ci ricorderemo ancora di più che c’è ancora chi rischia la vita nel mondo per la libertà delle persone LGBTI.
La redazione
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Fonte: ANDDOS